Negli ultimi sei mesi abbiamo parlato con CIO e leader IT di quello che chiamiamo il "Dilemma dell'integratore". Come dice Gaurav Dhillon, CEO di SnapLogic: "Il dilemma per le organizzazioni IT aziendali è che le loro tecnologie di integrazione legacy sono state costruite prima dell'era dei big data, del social, del mobile e del cloud computing e semplicemente non riescono a stare al passo".
In un recente articolo di Wired Innovation Insights, Maneesh Joshi, direttore del marketing di prodotto ed esperto di integrazione di SnapLogic, fornisce una panoramica completa del perché la grande visione dell'architettura orientata ai servizi (SOA) sia morta all'arrivo (DOA) a causa della tecnologia legacy dell'enterprise service bus (ESB).
L'articolo riassume come gli ESB siano diventati un concetto interessante per le organizzazioni IT aziendali nel mondo on-premises, ma il risultato è stato tipicamente costi elevati, adattatori fragili e implementazioni di integrazione delle applicazioni aziendali (EAI) point-to-point che non soddisfacevano la visione SOA. L'informatica pubblica cloud e l'adozione diffusa di applicazioni SaaS hanno portato a ripensare l'integrazione. Secondo l'articolo:
"L'adozione diffusa di applicazioni basate su SaaS e cloud ha sconvolto in modo positivo il modello di distribuzione del software tradizionale. Oggi la velocità dei progetti è di un ordine di grandezza superiore a quella di soli cinque anni fa e il ritorno sugli investimenti si misura in base all'adozione effettiva e ai ricavi generati o ai risparmi sui costi. Sia l'IT che la linea di business sono sempre più abituati ad acquistare e ad essere operativi con le applicazioni SaaS nel giro di pochi giorni, e a volte anche di pochi minuti".
L'articolo prosegue delineando una serie di motivi per cui l'approccio alla tecnologia ESB tradizionale non è più adatto al nuovo mondo di social, mobile, analytics e cloud (SMAC). Siamo convinti che, sia che il caso d'uso sia cloud analytics (big data), sia che si tratti di applicazioni (SaaS) o di API, i clienti siano alla ricerca di un approccio all'integrazione veloce, multipunto e moderno. Proprio come stiamo assistendo alla transizione da XML a JSON e da SOAP a REST, per rispondere all'esigenza di velocità e al dilemma dell'integratore, stiamo assistendo al passaggio dagli ESB alle piattaforme di integrazione come servizio (iPaaS).
È possibile che l'una non sostituisca l'altra in tempi brevi nel mondo dell'IT ibrido, ma è chiaro che nell'era dello SMAC vale la pena ripensare la praticità dell'architettura service bus aziendale e le pesanti implicazioni architettoniche che ne derivano.
Leggete l'articolo e condividete le vostre opinioni su Wired o nei commenti qui sotto. Date un'occhiata al video qui sotto sul dilemma dell'integratore e sul motivo per cui riteniamo che gli autobus non volino su cloud. Potete anche registrarvi per il nostro prossimo webinar della prossima settimana, in cui ascolteremo alcune intuizioni dell'analista principale di Forrester Research Stefan Ried sul futuro dell'IT ibrido e su cosa cercare in una piattaforma di integrazione cloud .